MusicaAltrove, “Innamorandosi dell’Altro”

MusicaAltrove, ideato e articolato dagli Amici della Musica di Venezia come un ciclo di 14 concerti in collaborazione con Comune di Padova, Regione del Veneto, Teatro Stabile del Veneto, Ateneo Veneto, Hotel Ca’ Sagredo, si chiuderà nei prossimi giorni con due appuntamenti rispettivamente dedicati al ruolo della poesia di Gabriele d’Annunzio nella musica vocale da camera del Novecento italiano (Ateneo Veneto Venezia, Teatro Verdi Padova 7-8 aprile) e alle Testimonianze musicali ottomane e veneziane a Costantinopoli nel secolo XVII (Ca’ Sagredo Venezia, 10 aprile).

Ca’ Sagredo, Venezia, 10 aprile 2017, ore 18:00

Innamorandosi dell’Altro
Testimonianze musicali ottomane e veneziane a Costantinopoli nel secolo XVII

Ensemble Marâghî
Stefano Albarello, cetra qanûn, liuto setâr, canto
Fabio Tricomi, tamburi daf e zarb, viella kamança
Giovanni De Zorzi, flauto ney, direzione
Giampiero Bellingeri, lettura e traduzione dei testi poetici

Costantinopoli fu luogo di incontro tra compositori ottomani, veneziani e provenienti da tutte le popolazioni sottoposte al sultano. A Costantinopoli Giovanni Battista Donado (1627-1699) fu Bailo veneziano e scrisse l’importante saggio Della letteratura de’Turchi. Donado stesso occasionalmente compose nel linguaggio proprio della musica turca e trascrisse in notazione occidentale melodie e liriche delle Tekké e del Serail.
Alla corte del sultano agiva per lunga tradizione un’ambiente musicale cosmopolita: Wojciech Bobowski (Bobowa, 1610 – 1675), che, convertitosi all’Islam, cambiò il suo nome in Ali Ufki, era un musicista, poeta, pittore e dragomanno polacco che tradusse la Bibbia nella lingua turca ottomana, compose un Salterio ottomano parzialmente basato sul Salterio ginevrino, e scrisse una grammatica della lingua turca ottomana.
Il principe moldavo Dimitrie Cantemir (1673-1723) fu un altro grande testimone della civiltà musicale ottomana: a lui si deve la catalogazione, trascrizione e recensione di intere raccolte di liriche.
A questi tre studiosi- compositori si riferisce dunque soprattutto il titolo del concerto Innamorandosi dell’Altro che è anche però sottilmente autobiografico: l’Ensemble Marâghî (dal nome di un grande musicista persiano del XIV secolo) è formato infatti da tre ricercatori- musicisti italiani che suoneranno e canteranno su strumenti originali della tradizione classica ottomana, mentre Giampiero Bellingeri, tra i massimi turcologi odierni, farà da guida al suggestivo itinerario traducendo e leggendo per la prima volta in pubblico i testi poetici cantati.